Il metodo più efficace e hi-tech per schivare i danni di un terremoto si basa
su un’intuizione di 2.500 anni fa. Nella Historia naturalis, Plinio il Vecchio
racconta che il tempio di Diana, a Efeso, era scampato alle più violente scosse
telluriche perché le sue fondamenta erano protette da "uno strato di
frammenti di carbone e da un altro di velli di lana".
Quando arrivavano le scosse, l’edificio sacro non ondeggiava paurosamente:
scivolava dolcemente sul terreno, e rimaneva indenne. In Cina, nella provincia
di Sanxi, nel 313 d.C., con tecniche analoghe, era stato costruito un monastero
che, insieme con un tempio eretto nell’anno 1056, ha sfidato terremoti disastrosi,
di cui uno di grado 8,2 della scala Richter. Inoltre il ponte Zhauzhou, nella
provincia cinese di Herbei, costruito nel 581 d.C. é ancora in ottimo stato,
pur avendo subito tre violenti terremoti. Anche in Italia un ponte, molto meno
antico, si é fatto onore: il Viadotto Somplago, in Friuli, il solo a restare in
piedi, dopo il tremendo sisma del 1976.
Questi ponti ed edifici hanno in comune il principio dell’isolamento sismico.
CUSCINETTI DI GOMMA
La superiorità delle
nuove tecnologie antisismiche appare evidente. Gli edifici normali poggiano sulle
loro fondazioni, cioè direttamente sul terreno. Un edificio protetto dal
terremoto con i sistemi di isolamento si sostiene invece su
"isolatori" o cuscinetti. Sono fatti di gomma –armata con piastre di
acciaio- o di altri materiali. Che cosa succede, quando la terra trema?
"La costruzione normale s’incurva all’indietro (proprio come fa chi sta in
piedi sul ghiaccio e riceve una spinta in avanti). All’arrivo delle scosse, la
casa comincia a oscillare. Il moto é molto rapido. E ai piani superiori, viene
fortemente amplificato. Tutto all’interno, é scagliato contro le pareti. In un
palazzo provvisto di isolamento sismico, invece, l’intera energia del terremoto
e la deformazione che provoca, vanno a scaricarsi sugli isolatori. L’edificio
oscilla ma molto lentamente".
Insomma, la protezione antisismica tradizionale é del tutto superata? I fautori delle nuove tecnologie dicono che con i sistemi convenzionali si può costruire una casa sicura, ma entro certi limiti. I metodi convenzionali garantiscono che l’edificio "resista" cioè non subisca gravi danni per un sisma di media intensità, e non crolli se il sisma è di intensità elevata. Sono le condizioni minime poste dalla legge. Ma l’esperienza insegna che "resistere" non significa affatto "rimanere indenne". L’approccio tradizionale non garantisce invulnerabilità: non si contano i casi di edifici robusti, che sotto la spinta di un terremoto, non crollano ma riportano danni irreparabili.
Insomma, la protezione antisismica tradizionale é del tutto superata? I fautori delle nuove tecnologie dicono che con i sistemi convenzionali si può costruire una casa sicura, ma entro certi limiti. I metodi convenzionali garantiscono che l’edificio "resista" cioè non subisca gravi danni per un sisma di media intensità, e non crolli se il sisma è di intensità elevata. Sono le condizioni minime poste dalla legge. Ma l’esperienza insegna che "resistere" non significa affatto "rimanere indenne". L’approccio tradizionale non garantisce invulnerabilità: non si contano i casi di edifici robusti, che sotto la spinta di un terremoto, non crollano ma riportano danni irreparabili.
PROTEGGERE GLI EDIFICI
STORICI
Durante un sisma, anche
l’edificio dotato di isolamento si sposta (sia pure molto lentamente) ma resta
praticamente rigido perché a deformarsi sono gli isolatori. Lo spostamento può
raggiungere i dieci-venti centimetri (in Usa e in Giappone, anche i 60-70 centimetri ).
Perciò il metodo dell’isolamento può essere applicato soltanto se, fra il
palazzo da salvaguardare e gli edifici adiacenti, esiste lo spazio necessario
perché le costruzioni non sbattano fra loro quando arriva il terremoto. Questa
intercapedine (o "giunto") può mancare fra gli edifici storici, che
spesso sono affiancati. Ma proprio i palazzi medievali e rinascimentali sono
una ricchezza. Come proteggerli? "quando il giunto esiste, o è
realizzabile, la soluzione c’è (e si può procedere con l’isolamento). E’ la
sottofondazione. Poiché, giustamente, nessuna soprintendenza ai Beni artistici
e storici accetterà mai che vengano segate le fondazioni, cioè che sia
intaccata la struttura originaria di un edificio come questi, si adotta
un’altra tecnica. Si inserisce, sotto le fondazioni, una struttura molto
rigida, per esempio, una piattaforma, e su questa vengono collocati gli
isolatori sismici. La struttura deve essere rigida perché il terremoto possa
trasmettersi in modo identico a ogni isolatore".
SALVARE GLI ANTICHI
BORGHI
Il sistema alternativo si
presta molto bene anche quando bisogna ricostruire un antico borgo, situato in
una zona sismica e crollato per un terremoto. Invece di ricostruirlo altrove in
cemento armato, é possibile rifarlo esattamente dove e come era, ma
difendendolo con gli isolatori (altrimenti, al prossimo sisma, crollerebbe
nuovamente).
NON PER TUTTI
La tecnica
dell’isolamento è particolarmente adatta per proteggere gli edifici di nuova
costruzione. Ma non per tutti indistintamente. "Sarebbe controindicato
isolare un grattacielo, già molto flessibile per proprio conto. L’energia
sismica che entra nel grattacielo ha un periodo di oscillazione vicino a quello
della struttura che vibra, e allora tende ad andare in risonanza, cioè a
esaltarsi pericolosamente". L’isolamento non è consigliato neppure quando
il suolo è troppo molle (i terremoti di Città del Messico e della Romania
insegnano).
SISTEMI DISSIPATIVI
E poi non è l’unica tecnologia
antisismica alternativa. Le formule innovative sono un pacchetto. La filosofia
che le unisce mira a impedire che l’energia del sisma entri nella struttura
dell’edificio, oppure a neutralizzarla almeno in parte. Per ottenere
quest’ultimo risultato, esistono vari sistemi. Sono definiti
"dissipativi": l’energia del terremoto irrompe nell’edificio ma,
invece di scaricarsi sulle strutture distruggendole, viene attratta e
"dissipata" in una serie di speciali apparecchi, simili agli ammortizzatori
delle auto. Esempio: un fluido siliconico, molto viscoso, è costretto dal moto
sismico a passare attraverso fori strettissimi. "Si tratta di sistemi
oleodinamici pistone-cilindro.
L’energia del terremoto va a scaricarsi in questi apparecchi, dove si trasforma in calore. E perciò non fa danno". La tecnica è molto usata anche per i ponti (un campo nel quale ha assicurato un primato mondiale all’Italia).
I metodi alternativi sposano l’hi-tech d’avanguardia. E allora ecco i dissipatori elastoplastici: acciai che si lasciano deformare fortemente dal terremoto perchè non si rompa l’edificio. Oppure i dissipatori elettro-induttivi: creando un campo magnetico variabile, attirano l’energia del terremoto su se stessi e la estinguono. E infine il sistema di materiali superelastici leghe, per esempio di nichel-titanio, a memoria di forma. La loro struttura molecolare cambia sotto le onde del terremoto ma per tornare, subito dopo, com’era prima. Queste leghe, usate dall’industria aeronautica e in odontotecnica, vengono ora applicate con ottimi risultati in funzione antisismica.
L’energia del terremoto va a scaricarsi in questi apparecchi, dove si trasforma in calore. E perciò non fa danno". La tecnica è molto usata anche per i ponti (un campo nel quale ha assicurato un primato mondiale all’Italia).
I metodi alternativi sposano l’hi-tech d’avanguardia. E allora ecco i dissipatori elastoplastici: acciai che si lasciano deformare fortemente dal terremoto perchè non si rompa l’edificio. Oppure i dissipatori elettro-induttivi: creando un campo magnetico variabile, attirano l’energia del terremoto su se stessi e la estinguono. E infine il sistema di materiali superelastici leghe, per esempio di nichel-titanio, a memoria di forma. La loro struttura molecolare cambia sotto le onde del terremoto ma per tornare, subito dopo, com’era prima. Queste leghe, usate dall’industria aeronautica e in odontotecnica, vengono ora applicate con ottimi risultati in funzione antisismica.
Le tecniche di isolamento
e dissipative si sono imposte in virtù di riuscite prove dal vero. Cioè sulla
base dell’esperienza dei terremoti, soprattutto americani e giapponesi. A
Northridge (Los Angeles) subito dopo il tremendo terremoto del 17 gennaio 1994,
desta sorpresa il fatto che di due ospedali, vicinissimi tra loro, uno esca in
brutte condizioni e l’altro assolutamente integro. L’Olive hospital, protetto
con i sistemi antisismici tradizionali, rimane in piedi ma è completamente
inutilizzabile. Il nuovo Usc hospital di Los Angeles, dotato di un sistema di
isolamento, non riporta invece alcun danno; è scoppiata soltanto una lampada ma
perché un paziente impaurito ci ha battuto contro. Qui la tecnologia
alternativa ha dimostrato di poter ridurre anche di dieci volte
l’amplificazione del moto sismico.
BIG-ONE
C’è da aggiungere che le
tecniche di isolamento sono progettate per mitigare e rendere inoffensivi i
terremoti più micidiali, molto più devastanti di quelli contro i quali sono
stati finora sperimentati gli isolatori sismici. E’ contro il sisma tipo
"big one" che le tecniche di isolamento danno il meglio. Anche il
ministero delle Telecomunicazioni della prefettura di Sanda City, nei pressi di
Kobe, in Giappone, fornisce una chiara prova dell’efficacia dell’isolamento
sismico. Il grandissimo edificio non riporta il minimo danno durante il
terremoto del 1995. In Giappone, la tecnica antisismica alternativa va a gonfie vele. "La
normativa è agile e le applicazioni si moltiplicano. I
sistemi di isolamento avanzano a tappeto soprattutto in Cina, grazie al boom
economico. Qui la novità è che le nuove tecniche antisismiche dilagano
nell’edilizia abitativa. In Cina, uno dei primi edifici protetti con moderni
isolatori di gomma è, nel 1994, una palazzina con appartamenti a Shantou. E,
appena completata, supera la prova resistendo indenne a un duro terremoto.
L’esempio del Giappone e della Cina darà un notevole impulso alle tecniche di
isolamento sismico.